Direttore d'orchestra, nato a Parma, in Borgo Rodolfo Tanzi, il 25 marzo 1867 e morto a Riverdale, presso Nuova York, il 16 gennaio 1957. Arturo Toscanini nasce da Claudio e da Paola Montani; il padre, sarto e corista, è un acceso garibaldino e, appena può segue l'eroe; il piccolo Toscanini trascorre così buona parte dell'infanzia con i nonni materni. A 11 anni ama già la musica e ottiene un posto gratuito nella scuola di violoncello del Prof.Carini al conservatorio di Parma.
Nel 1884 suona nel "Lohengrin" e i compagni di scuola lo chiamano già "genio" (ma anche forbicione per il suo acuto senso critico); nel 1885 esce dal conservatoriodiplomato con lode distinta: la biblioteca della scuola conserva ancora tre sue partiture per orchestra e una romanza per canto e piano.
L'anno dopo è a S.Paolo del Brasile e a Rio, ove suona nell'orchestra dell'impresa Claudio Bianchi: contestato dagli orchestrali il direttore Miguez, Toscanini sale sul podio ed è un trionfo con "Aida", "Rigoletto", "Trovatore" e "Faust".
Il pubblico è conquistato e l'imperatore del Brasile gli manda un prezioso dono. Tornato in Italia nel 1887 suona il violoncello in orchestra alla prima di "Otello" alla Scala, ma risale presto sul podio: nel 1892 dirige "Wally" e "I Pagliacci" a Milano e "Cristoforo Colombo" a Genova (dopo aver studiato l'opera in una sola notte); nel 1895 a Torino dirige "Tristano" e "Il crepuscolo degli dei".
Passa alla Scala quale direttore di concerti e nel 1896 è a Torino con "Boheme" e al Metropolitan di Nuova York con "Fanciulla del West" (interpretata da Caruso). Nel 1898 entra alla Scala come direttore artistico e maestro principale, ma anche Torino lo richiama, per affidargli la direzione dei 43 concerti, con repertorio vastissimo, dell'Esposizione internazionale da maggio a ottobre.
Il 26 febbraio 1902, per la traslazione delle salme di Verdi e della Strepponi, dirige 900 voci nel coro del "Va pensiero", che non compariva alla Scala da vent'anni. L'anno dopo è a Buenos Aires: si batte affinchè venga eliminato il ballo durante le rappresentazioni e non vuole che si chiedano i bis. E' di nuovo a Torino nel 1905 , con "Sigfrido" e nel 1906 con "Salomè". Dal 1908 al 1914 dirige il Metropolitan e il suo repertorio si arricchisce; nel 1913 dirige "Flastaff" e "Traviata" nel piccolo teatro di Busseto per il centenario verdiano.
Scoppia la guerra e Toscanini è interventista: si spinge con una banda militare quasi in prima linea. Nel 1918 fa ancora beneficenza per la guerra e nel 1920 dirige un'orchestra italiana in un giro di concerti negli Stati Uniti. Al suo ritorno , nasce l'Ente autonomo Teatro alla Scala di Milano. Dopo un anno di lavoro organizzativo, presenta "Falstaff", "Boris Gudinov", "Mefistofele" con Pertile, "Debora e Jaele" di Pizzetti, "Belfagor" di Respighi. "Il Nerone di Boito" fa incassare ben 827 mila lire. Toscanini è quindi in Svizzera con l'orchestra della Scala; con il complesso della Scala va Vienna e a Berlino, quindi torna negli Stati Uniti, a capo della Filarmonica di Nuova York, con la quale viene in Europa nel maggio 1930. L'università di Georgetown gli conferisce la Laurea honoris causa. Finita la guerra, la Scala lo richiama, dopo la ricostruzione del teatro semidistrutto dai bombardamenti: dirige il terzo atto della "Manon" e il prologo del "Mefistofele", il coro del "Nabucco" e il "Te deum". Si dedica alla revisione e sistemazione di tutte le sue incisioni e si spegne nel 1957.