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DIVAGAZIONI
SULLA PREGHIERA
Sarnìssa Madonen’na benedètta,
o fam guarir o mand’m a la Vilètta
(Scegli Madonnina benedetta.
O fammi guarire a mandami alla Villetta)
PREGHIERA MASCHILISTA
Credo
in Dio Padre onnipotente,
negli uomini poco e nelle donne niente.
PREGHIERE
CONCISE
Togno era un contadino che per andare a lavorare nel campo tutte le
mattine passava davanti a un crocifisso a lato della strada. Si fermava un
attimo e diceva:
Ti
t’ si ‘l Sgnór e mi són Togno e ti at sè äd coza gh’ò bisogno.
(Tu sei il Signore e io sono Togno e tu sai di cosa ho bisogno)
Alla sera, al ritorno, stanco per aver lavorato tutta la
giornata, senza neppure fermarsi, diceva al crocifisso:
Cme stamaten’na
(Come stamattina)
Qualcosa di simile capitava ad un altro lavoratore che, prima di
coricarsi, diceva questa preghiera:
Sgnór
vu conossì i me bizoggn in stè mónd e in ch’ätor. A vagh a lét e ne v’
digh ätor
(Signore, voi conoscete i miei bisogni in questo mondo e nell’altro.
Vado a letto e non vi dico altro)
PREGHIERE
“COMANDATE”
Dai Regesti
del Comune di Parma, un documento datato 18 maggio 1625, recita:
Avviso:
gli Anziani invitano tutti i sudditi a recarsi a pregare con assiduità nelle
chiese e agli orari prestabiliti, per ottenere da Dio l’aiuto per gli urgenti
bisogni della città.
PREGHIERA DELLA SERA
i bón,
i
cativ, i viandant e i pov’r agonizant.
Sgnór,
la me alma a v’arcmand
INVOCAZIONI
DI RINGRAZIAMENTO
Per
ringraziare di qualcosa che si era ricevuto si diceva:
Che
Dio a v’l’armirta ( che Dio ve ne renda merito )
La variante
scherzosa era:
Dio
ve ne renda merito e marito (quando trovare marito era un
obbiettivo ambito)
Sempre per ringraziare c’era anche una variante più
completa che recitava:
Dio
t’ l’armirta in paradiz (te lo rimeriti in paradiso)
Anche
questa aveva una versione scherzosa:
Anche in tempi non molto lontani Dio era una presenza costante nella vita
di tutti i giorni. Si capisce anche dai modi di dire.
Quando la gente si incontrava era facile sentire:
Cme vala? Ben, Grasie a Dio
Quando
ci si lasciava:
A
t’ salut e che Dio a t’ manda dal ben
Ai bambini spesso si diceva:
IL BENE
Un tempo le preghiere venivano anche chiamate
al bén, il bene.
Per invitare a dire le preghiere dicevano: Dì
su ‘l bén
E a proposito di bene si sa che il bene bisogna farlo bene.
Non come fece quel tale che sulla cui tomba venne scritto
questo epitaffio:
Qui
giace un tale che nella vita
fece del bene e fece del male.
Purtroppo il male lo fece bene
e il bene lo fece male
PREGHIERA
PASQUALE
A
Pasqua
non
poteva
mancare
un
richiamo
alle
nostre
tradizioni
popolari
cristiane.
Sono
sempre
molto
belle
le
preghiere
in
dialetto
tanto
in
voga
un
tempo
nelle
nostre
campagne.
Solitamente
esprimono,
seppure
in
modo
semplice,
concetti
profondi.
Nell’esempio
che
segue
è
notevole,
a
mio
parere,
la
frase
“
Ch’la
mé
mètta
in
Verità”
riferita
alla
Croce.