STORIE,
ANEDDOTI E BATTUTE |
STORIE DI MONTAGNA |
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La signora Mafalda di Neviano Arduini è una simpatica signora che ama parlare e ricordare le storie e gli aneddoti che suo nonno le raccontava parecchi anni fa.
Sono storie ingenue ma non prive di un loro fascino e che, comunque, sono molto eloquenti nel farci capire com’era la vita nel periodo tra le due guerre mondiali.
La spilla
Maria andava spesso a prendere l'acqua al pozzo che era dietro casa. Quando poteva il suo innamorato la seguiva. Maria era pudica e per evitare che chinandosi potesse mostrare il seno aveva cura di aggiungere alla chiusura dei bottoni una spilla da balia. La cosa andò avanti per qualche tempo. Capitò in seguito che la ragazza si ritrovò incinta.
“Afra, aspét un ragas.” Disse ad una anziana signora confidandole il suo problema.
Un anziano, che sedeva normalmente in quel cortile e che sembrava non vedere nulla, disse alla ragazza:
“Maria, a t’ l'äv da ganciär pu in bas la spilla !”
Mamlón
”Goio era il nome di un ragazzo sempliciotto che in paese in molti cercavano, in qualche modo, di aiutare.
Un giorno era stato chiamato a lavorare da un contadino; doveva attendere alle mucche. Dopo poco si stancò e abbandonò l’incarico. Il contadino gli disse:
“T’è bandonè la vaca a brutt mamlon!
Il ragazzo andò a lamentarsi dai carabinieri. Lo ricevette il maresciallo che lo salutò affabilmente: “Ciao Giojo, cosa dici”
“A son gnu parché Vigion al m’à ditt dal mamlón!”
“Si vede che lo meritavi”
“Alora l’è un mamlon anca lu” E se ne andò
VECCHIAIA
Un gruppo di giovani si prendeva gioco di un anziano.
“L’è brutta la vciara an nonon !?”
Siccome stavano superando il limite del buon gusto e della spiritosità l’anziano si difese dicendo loro:
“Avete ragione a dire che la vecchiaia è brutta. E’ veramente molto brutta. Vi auguro di non arrivarci !”
PROVERBI
Le mamme, un tempo, utilizzavano spesso la saggezza dei proverbi per educare i figli.
Con un gruppo di exallievi dell’oratorio di San Benedetto ho partecipato ad una gita-pellegrinaggio sui luoghi di don Bosco. Con l’assistenza di don Giuseppe Bongiorni e dei salesiani preposti ad illustrare i luoghi di cui sopra, che si avvalgono anche di plastici, modellini, foto, dipinti e documenti , è stato possibile ripercorrere la vita del santo in modo esaustivo ed affascinante. Colpisce, ad esempio, poter vedere il documento originale, ottenuto e sottoscritto da don Bosco, del primo contratto di lavoro a favore di uno dei suoi ragazzi. Porta la data del 1852. Un bell’anticipo sui tempi!
Ben evidenziato risulta anche il ruolo di mamma Margherita (la madre di don Bosco). Nella vecchia casa sono esposti quadretti che riportano i proverbi saggi che amava utilizzare a scopo educativo. Due esempi:
“Un nemis a l’è trop e sent amis a basto nen”
(Un nemico è già troppo e cento amici non bastano)
“El temp a passa, la mort a ven: beat chi s’è fassè del ben”
(Il tempo passa, la morte viene: beato chi ha fatto del bene)