STORIE, ANEDDOTI E BATTUTE
a cura di Giuseppe Mezzadri

LEZIONI DI DIALETTO
  V  lezione


Palazzo degli anziani

QUINTA LEZIONE
Vittorio Botti


ARTICOLI, SOSTANTIVI E PREPOSIZIONI

L’ARTICOLO

Determinativo

a)    Maschile singolare:

« al » davanti a consonante

« ‘l « se preceduto da vocale

« l’ « se seguito da vocale

Es. al libbor       = il libro

Es. tó ‘l succor  = prendi lo zucchero

Es. l’ äzon       = l’asino

b)    Maschile plurale:

« i « davanti a consonante

« j « davanti a vocale

Es. i còpp        = le tegole

Es. j oc’          = gli occhi

c)    Femminile singolare:

« la « davanti a consonante

« l’ « davanti a vocale

Es. la mama    = la mamma

Es. l’alma       = l’anima

d)    Femminile plurale:

« il « davanti a consonante

« ilj’ « davanti a vocale

« gli « davanti a vocale

Es. il ca          = le case

Es. ilj amighi  = le amiche

Es. ilj óngi     = le unghie (Anche «gli ongi»)

Indeterminativo

a)    Maschile :

« un «

« ‘n « se preceduto da vocale

Es. un omm        = un uomo

Es. sensa ‘n gòss= senza un goccio

b)    Femminile:

« una «

« ‘na « se preceduto da vocale

« n’ «  se seguito da vocale

Es. una ca           = una casa

Es. cme ‘na volta= come una volta

Es. n’ ältra volta =un’altra volta

IL SOSTANTIVO

Derivati dal latino:

Butér (burro)                 da butyrum

Rézdor (capo famiglia) da rector

Misóra (falce)          da falx messoria

Sòrrogh (topo)              da sorex

Sarióla (2 febbr.) da «festum cereorum «ecc.

Dall’arabo:

Articiòch (carciofo)

Mamalùcch (stolto) ecc.

Dal portoghese:

Arlìa (dispetto) da arelìa

Gozén (maiale) da cocinho ecc.

Dallo spagnolo:

Soghètt (corda) da soga

Lòcch (stupido,stordito) da loco= pazzo ecc.

Dal francese:

Canapè, cabarè, comò, cafè, ragù, tomachi, pomm-da-téra, sefór ecc.

 

Genere del sostantivo

a)Nomi maschili in italiano e femminili in dialetto :

Es. l’ombrello (l’ombréla)

Es. Il pioppo   (la piòpa) ecc.

b)Nomi femminili in italiano e maschili in dialetto :

Es. le uova      (j óv)

Es. le lenzuola (i linsój) ecc.

Il femminile si forma aggiungendo la desinenza « a « al nome maschile:

Ragas è ragasa ; Pajzan èpajzana ecc.

Numero del sostantivo

a)    Nomi maschili: restano invariati

b) Nomi femminili: la « -a « diventa « -i «

Es. al bicér   è i bicér

Es. la scrana è il scrani

Nota: E’ bene evitare la dialettizzazione dei vocaboli italiani come:

Gradén (péca) ; Patata (pomm-da-téra); Matón (quadrél) ; Pomodor (tomachi) ecc.

-Curiosa è l’etimologia del vocabolo «pónga» (topa). Deriva da «pontica», a sua volta derivante dalla regione del Ponto (Turchia settentrionale, lungo il mar Nero) ,area dalla quale sono giunti in Europa questi roditori.

-Nòn (nonno) si usa con aggettivo; nonón è usato al vocativo o per indicare terza persona senza aggettivo.

-Bórogh (usato da solo) e bórgh (usato col nome: es. Bórgh Tòrt)

 

LA PREPOSIZIONE 

Semplice

 

Di  = « äd «

« ‘d « se preceduta da vocale;

« d’ « se seguita da vocale

Es. äd gèss

Es. e ‘d cimént

Es. dò man d’un scariolant

A   = « a «

 

Da  = « da»; « d’ « davanti a vocale

Es. Partir d’in ca

In   = « in «

 

Con= « con «

 

Per = « par «; «p’r» davanti a vocale

Es. Par gnir e p’r andär

Fra = « fra «

 

Tra = « tra «

 

Nota: nel dialetto manca la preposizione «Su», usata invece come avverbio.

 

Articolata

                           Articoli determinativi

 

al (= il, lo)

la (= la)

i,j (= i, gli)

il, ilj (= le)

 Äd  (di)

Däl, d’l

(äd la) d’la

Di, dj

Dil, dilj

 A   (a)

Al

(a la)

Ai, aj

Al, alj

Da  (da)

Dal

(da la)

Dai, daj

Dal, dalj

In    (in)

(Int al)

(int la)

(Int i, int j)

(Int il, int ilj)

Con (con)

Col

(con la)

Coi

Col, colj

Par  (per)

(p’r al)

(par la)

(p’r i)

(p’r il)

 

 

«Int» derivato dal latino «intus»  (dentro), oppure «in-t-«, con la lettera « t « eufonica (che dà un «suono buono» come la lettera  «d»  della coniugazione « ed «: coraggio ed eroismo) .

L’AGGETTIVO

A)   Aggettivi qualificativi

Formazione del femminile:

si aggiunge di norma la desinenza « -a « come per i sostantivi.

Fanno eccezione:

1)    Participi passati usati come aggettivi:

 

 

 

2) Altri casi

 

 

 

 

 

Es. Varnizè (verniciato)èVarnizäda

Es. Bvù (bevuto)        èBvuda

Es. Vestì (vestito)       èVestida

Es. Lärogh (largo)      è Lärga

Es. Férom (fermo)      èFerma

Es. Giòvvon (giovane)èGiòvvna ( o Gionnva)

Formazione del plurale:

Come per i sostantivi gli aggettivi maschili restano invariati al plurale:

Fanno eccezione gli aggettivi terminanti in: «-e»:

Gli aggettivi femminili cambiano la «-a» in «-i»:

 

 

Es. Brutt = Brutto o brutti

Es. Bél  è Béj

Es. Béla èBéli

Superlativo assoluto: Si ottiene aggiungendo all’aggettivo  l’avverbio «bombén» (molto)

 

Es. Bellissimo èBél bombén

 

In dialetto si ricorre spesso, per indicare una qualità superlativa, a modi di dire, a metafore e similitudini iperboliche del tipo:

Ält cme la tòrra däl Dom – Antigh cme l’ärca ‘d Noè

Dols cme la méla – Fort cme ‘l trón – Giòvvon cme l’aqua

 

B) Aggettivi possessivi

A differenza dell’italiano alcuni aggettivi possessivi si differenziano dai corrispondenti pronomi possessivi:

Al mé libbor (aggettivo)

É pu bél al mè (pronome)

Femminile: mèjja

Al tò capél   (aggettivo)

Al sò mobil  (aggettivo)

I sò parent    (aggettivo)

Indo’ él al tò ? ( o tòvv) (pr.)

L’è pu bél al sò (o sòvv) (pr.) J én i sòvv (pronome)

Femminile: tòvva

Femminile: sòvva

Femminile: sòvvi

C)   Aggettivi dimostrativi

Questo ragazzo:

Codesti ragazzi:

Quelle ragazze:

«Sté ragas» oppure «Còll ragas chi»

«Chi ragas lì»

«Chil ragasi là»

  -   Aggettivi indefiniti

Tutto 

Nessuno

Qualche

Altro

«Tutt»

«Nisón»

«Quälch»

«Ätor»

 

Femminile: «Nisunna»

Femminile: «Quälca

Femm.: «Ätra» o «Ältra»


Aggettivi numerali

Uno

Due

Tre

Quattro

Cinque

Doppio

Triplo

«Vón «

«Du «

«Tri «

«Quator «

«Sinch «

« Dòppi«

«Trè volti tant « ecc.

Femminile «Vunna «

Femm. «Dò « (pronome «Dòvv»)

Femm. «Trè» (Pronome «Trèjj «)

                     

(Pron. «Sincov «)

 

 

   

 

IL PRONOME

A)   Pronomi personali

 

a) Per soggetto o complementi:

Io

Tu

Egli

«mi»

«ti»

«lu» (femm. «lè»)

Noi

Voi

Essi

«nòjätor» o «nuätor» (femm. «nòjätri»)

«vòjätor» o «vuätor» (femm. «vòjätri»)

«lór»

b) Forma pleonastica (aggiuntiva, sovrabbondante, proclitica cioè che precede il verbo):

Io

Tu

 

 

Egli

 

Ella

 

Noi

Voi

Essi, esse

«a»

«at»

«’t» se preceduto da vocale

«t’ » davanti a vocale

«al»

« ‘l « se preceduto da vocale

«la»

«l’ « se seguita da vocale

« a «

« a «

« i «

« j «

Mi a fagh

At sent njént

Ti ‘t diz

Ti t’äv sònn

Quand al riva

Lu ‘l diz

Lé la diz

Lé l’arvirà l’uss

Nòjätor a dzèmma

Vòjätor a dzi

Lor i dizon

Lor j éron

c) Forma impersonale: Piove  è a pióva

 

d) Forma interrogativa:

Il pronome è in posizione enclitica, cioè si unisce alla parola che precede.

Mangio io? = Magnja ?

Mangia ella ? = Magn’la ?

Mangiano essi?=Magn’ni?

Mangi tu? = Magnot ?

Mangiamo noi?=Magnèmja?

Mangia egli ? = Magnol ?

Mangiate voi?=Magniv?

 

e) Particelle pronominali

 

1^ persona

2^ persona

3^ persona

Singol.

(mi) «me»

o «m’ «

(ti) «te» o «t’ «

(la) «la», (lo) «al»: compl. oggetto

(gli, le) «ghe» o «gh»: compl. di termine

Plurale

(ci) «se»

o «s’ «

(vi) «ve» o «v’ «

(li, le) «ja» : complem. oggetto

(loro) «ghe» o «gh’ « :compl. di termine

Riflessivo: (si) «se» o «s’»

 

Esempi:

Egli mi vede

Egli ti dirà

Lo vedrai

Egli gli dice

Egli ci dice

Egli vi guarda

Essi li sentono

Egli dice loro

Al me vèdda

Al te dirà

At al vedrè

Al ghe diz

Al se diz

Al ve guärda

Lor ja senton

Al ghe diz

Lei mi guarda

Ella ti guarda

La vedrai

Ella le fa solletico

Egli ci vede

Ella vi invidia

Io voglio loro bene

Egli si sposta

La m’guärda

La t’guärda

At la vedrè

La gh’fa blèddogh

Al s’vèdda

La v’invidia

A gh’voj bén

Al se sposta

Se le particelle seguono il verbo, si modificano:

Es. Guardami = Guärdom; Guardalo = Guärdol; Svegliati = Dèzzdot.

 

 

SOPRANNOMI (Stanòmm)

 

Un tempo venivano usati due tipi di soprannomi; uno individuale e uno che valeva per tutta la famiglia. Esempi di soprannomi per la famiglia:

 

Nella zona di Ravadese c'erano i "Sinquantén", così chiamati perché c'erano in tanti da non potersi contare.

 

I "Mezavoza" avevano la voce roca. Morì uno della famiglia, la "Gazzetta" riportò l'annuncio con il nome vero e nessuno se ne accorse.

 

I Chiesa venivano chiamati i "Gostón" perchè il capostipite, Agosto Chiesa, era un pezzo d'uomo che non finiva più.

 

Esempio simpatico di soprannome "individuale" è "Parochia", affibbiato ad un abitante dell'Oltretorrente che se lo guadagnò quando, ai "tre giorni" per il servizio militare, alla domanda di quale religione fosse, rispose:

"Parrocchia di San Giuseppe".

 

“Bociòn”.

Nella zona di Gaiano viveva un tale soprannominato, fin da quando era giovane,  “Bociòn”. Egli amava una ragazza di famiglia modesta. A suo padre la ragazza non era simpatica ed osteggiava il matrimonio. Un giorno padre e figlio erano in cantina a, come si dice, “caver zò” cioè a spillare il vino nuovo. Era ottimo e ne riempirono una bella damigiana, un “bocion”. Al figlio, che conosceva il grandissimo amore che il padre aveva per il vino, venne un’idea. Sollevò il “bocion” e disse al genitore:

“Papà, o m’ lasì tor mojera a spach al bocion !

Il padre ci pensò un attimo e poi, sebbene a denti stretti, rispose:

“To mojera”

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