STORIE,
ANEDDOTI E BATTUTE |
PERSONAGGI
PARMIGIANI
GIANNI GABBA e ALBERTO MONTACCHINI |
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Gianni
Gabba è stato un arredatore di successo e sono molte le realizzazioni che ha
fatto sia in Italia che all'estero. E' stato in grande amicizia con Alberto
Montacchini, che negli anni del dopoguerra fu un noto
fotografo-attore-buontempone, e di lui dice:
"Quand
l'é mort m'é dispiazù cme se 'l fiss me pädor. Alberto l'era un generoz e sa
gh'era 'na bujja al sercäva äd smorsärla."
(Quando è morto mi è dispiuciuto come se fosse stato mio padre. Era un
generoso e se c'era una lite cercava di spegnerla).
Gabba
è partito da zero subito dopo la guerra in tempi in cui, oltre che problemi di
liquidità, c'erano anche problemi nel reperimento della merce.
Un
giorno andò a Genova con Alberto ad approvvigionarsi di tappeti da un certo
Kabib il quale li portò a visitare il suo magazzino che occupava un intero
palazzo. Gabba era affascinato ma anche preoccupato perchè di soldi non ne
aveva tanti e, non essendo conosciuto, temeva di non ottenere credito. Alberto
gli disse di stare tranquillo e che doveva limitarsi a parlare di soldi
solamente dopo il pranzo, che avrebbe dovuto offrire in un ottimo ristorante; al
resto avrebbe pensato lui. A tavola Alberto superò se stesso sfoderando il
meglio del suo repertorio; fu un miracolo se il signor Kabib non si strozzò
per il gran ridere. Gabba ebbe, senza bisogno di dare anticipi, tutti i tappeti
che volle.
Un giorno, di ritorno da Milano Gabba e Montacchini si fermarono alla trattoria
di Alseno la cui titolare era la signora Giuseppina.
"Giuseppina
co' gh'ät äd bon ? " chiese Alberto.
"A
gh'ò un brod ch'a fa risuscitär i mort !"
(Ho un brodo che fa rescuscitare i morti).
Alberto,
con il pollice, allargò cintura e braghe e le disse:
"Alora
vudni 'na mes'cia chi dentor !" (Vuotane un mestolo qui dentro).
"Stà
miga fär al stuppid" rispose divertita l'ostessa.
Racconta Gabba che un giorno Alberto passò dal suo negozio per andare
assieme a lui in Duomo dove si svolgeva il funerale di Italo Clerici. Arrivati
sul posto, vedendo la piazza gremita, Alberto commentò:
"Italo
l'à fat al pién anca stavolta".(Ha fatto il "pieno"
ancora).
A
Milano, in galleria, entrarono in un bar molto chic per prendere un Campari.
Erano ancora sull'uscio quando Alberto vide che al banco c'era Wanda Osiris.
"Wanda
!",
chiamò a gran voce.
"Alberto
!",
rispose l'attrice che lo aveva riconosciuto.
Tutti
gli avventori si erano voltati ed osservavano incuriositi perchè Montacchini si
era bloccato sulla porta e, dopo una piccola e sapiente pausa , fece partire una
pernacchia degna di De Filippo. Nel bar risero di gusto e più di tutti rise la
Osiris.
Una
sera i due amici entrarono dal Moro a S.Ilario e videro che c'era una compagnia
della Parma bene.
"Vriv
veddor chi pägon tutt lor ?" (volete vedere che pagheranno
tutto loro?) disse Alberto che dette alla cosa il significato di una sfida alla
propria abilità.
Entrò
nel salone recitando il monologo del "Marchese
Fifì" che era il suo cavallo di battaglia. In questo monologo, c'è di
tutto; fischi, balbettamenti, pernacchie ecc. in un crescendo irresistibile. I
commensali si rovesciavano dalle sedie per il gran ridere e se ad un certo punto
non avesse smesso, qualcuno si sarebbe affogato. Furono ospiti.
Diceva
Gianni Gabba che Montacchini era un mangiatore che sapeva essere formidabile.
Quando era in difficoltà con la digestione si preparava da solo un bicchierone
di una mistura a base di bicarbonato che funzionava da "idraulico
liquido."
Era
tempo di guerra e Montacchini con alcuni amici era stato invitato in campagna
dove si fermò tre giorni. C'era ogni ben di Dio e la compagnia era quella
giusta, Alberto disse:
"Ragas,
speremma ch'an scopia miga... la päza !"
(Ragazzi,
speriamo che non scoppi...la pace).
Alberto
Montacchini alla moglie:
"Co'
fät ?" (Cosa fai?)
"J'
anolén " (I cappelletti).
"Acsi
poch ?" (così pochi?)
"N'ò
fat sinquanta, mo t'al sè chi cresson" (ne ho fatti 50 ma sai che
crescono).
"Be
mi n'in magn sinquanta, ti at magnarè coj ch'a cressa".
(io ne mangerò 50, tu mangerai quelli che crescono)