Giuseppe Mezzadri
QUELLI DEL “LUNARIO PARMIGIANO”
La redazione del “Lunario parmigiano”, nato nel 1981,
è formata da un gruppetto di soci di "Parma Nostra" che intendono
continuare quella che è ormai una sorta di strenna per la città. L’intento è
quello di fare un lunario di gradevole
lettura e articolato in modo tale da offrire al lettore un po’ di
buonumore e alcune pillole di storia cittadina.
La copertina, disegnata da Gioberto
Nardi, rappresenta la città storica vista da una bifora tratta dal frontespizio
delle “Commedie di Plauto” stampate a Parma da Angelo Ugoleto
nel 1510 (collezione Antinori). Sotto il davanzale della bifora compare il
motto del sigillo del Comune di Parma: "HOSTIS TURBETUR QUIA PARMAM VIRGO
TUETUR" (Tremi il nemico perché Parma è sotto la protezione della
Vergine). Cercherò, seppure in modo un po’ scherzoso, di presentare gli autori.
Le cose
dialettali, in rima o in poesia, sono in gran parte opera del poeta Fausto Bertozzi che, per ogni nuovo anno, inventa anche simpatici
proverbi del tipo: "Quand a canta la sigala a pär fressch finn’ la stala". Oppure
curiose “previsioni del tempo”: "'Na fumära acsì fissa ch' a t’ ghe pól pozär
contra la biciclètta". I disegni sono opera di Gioberto
Nardi, in arte Gibe, uno spezzino "pentito"
innamorato di Parma. Santi e lune sono a cura di Vittorio Botti che è anche il
principale correttore dei testi perché, avendo studiato molto, “al sa ‘d littra” (ne sa di lettere). In realtà ha studiato come ha
potuto perchè era tempo di guerra. All’epoca faceva
il bottegaio e, contemporaneamente, studiava da ingegnere. Quanto prosciutto è
costata la sua laurea lo sa solo lui.
Vittorio, ex preside di scuola media, insegnava il
dialetto quando ancora non era di moda. Renzo Oddi, dalla
morte di Enzo Terenzani, è il nuovo presidente di
“Parma Nostra”. Personalmente gli sono grato perché, se non avesse accettato
lui, forse l’avventura sarebbe finita. Ha fiuto per le buone battute e si
impegna molto nelle ricerche sui testi più antichi con una foga sospetta. Spera,
credo, di rintracciare prove della nobiltà del suo casato. Io, chiamandomi
Mezzadri e non potendo perciò nutrire speranze del genere, preferisco
raccogliere aneddoti e battute nonché le vecchie storie popolari. A conferma di
ciò dirò che, pochi mesi prima che morisse, ebbi occasione di chiedere al prof.
Guglielmo Capacchi, che stava correggendo le bozze di
un libro di araldica, di controllare se, al cognome Mezzadri, fosse registrato
qualcosa. E aggiunsi: “O él témp
pers ?”. Il professore, gentilmente, cominciò a
sfogliare i due tomi. Finita l’operazione mi rispose: “Sì, l’era témp pers”.
Lorenzo Sartorio, giornalista con la passione per il dialetto e per le
nostre tradizioni, ha il merito, tra l’altro, di avere avuto l’idea di fare il
lunario cui continua tuttora a collaborare.
Anche l’attore dialettale Enrico Maletti, da qualche
anno, collabora alla stesura.
La signora Laura Terenzani
procura le ricette della cucina popolare parmigiana. Il fornovese
Vincenzo Mori, abile ricercatore di curiosità storiche, è da tempo un prezioso
collaboratore. Di recente si sono aggiunti alla squadra il giornalista Carlo Allodi che arricchisce il lunario con gli interessanti
anniversari.
É doveroso ricordare anche gli amici che ci hanno lasciato. Enzo Terenzani, scomparso da alcuni anni, era il presidente
dell'Associazione. Si era specializzato nel condurre ricerche su personaggi
parmigiani dimenticati o poco noti. Carlo Antinori, studioso di rango, è stato
un buon amico e, per noi del “Lunario”, anche un punto di riferimento. Amava i
libri e non poteva fare a meno di vivere in mezzo ad essi. Scherzosamente,
Fausto Bertozzi, gli diceva: "Profesór, a m’ sa ch’sia pu libbor i so libbor che lu" (dove il primo libbor
sta per "libero" e il secondo per "libro"). Paolo Tomasi era un esperto di storia della Resistenza e un
conoscitore delle tradizioni, dei personaggi e dei fatti che riguardano la
nostra città. Procurava le effemeridi della nostra storia più recente.
Giampiero Caffarra, ha sempre collaborato alla
stesura del “Lunario” dedicandosi, in modo particolare, alla correzione della
grafia del dialetto. Gino Tessoni amava fare ricerche
sugli “stranomm”. Altro collaboratore era Ughetto Montanari, figlio del commediografo Giuseppe, alias
“Saturnino Gianpepe”. La presentazione del “Lunario”,
da tradizione ormai consolidata, ha luogo nell’Aula Magna dell’Università e
viene ingentilita dalle prestazioni del
coro “Verdi melodie”, diretto dalla maestra Beniamina Carretta e formata da
bimbi delle scuole elementari P.Cocconi, F.Corridoni e U.Corazza.
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