LUNARIO PARMIGIANO
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LA FODRIGA
DA PANOCIA
La Fodriga
[Federica] da Panocia è il titolo del più antico
lunario dialettale parmigiano, diffuso tra il nostro contado per quasi due
secoli; il primo esemplare di cui si ha notizia è del 1725, l’ultimo è uscito
nel 1906. Libercolo di piccolo formato (cm 12x16), prodotto
nel corso della sua lunga storia da diversi stampatori illustri, a partire
Giuseppe Dall’Aglio e Filippo Carmignani fino ai
Donati, il lunario è scritto in dialetto contadino (leingua paisana), perché la Fodriga
è di campagna e scopo dell’opera, che è cittadina, è satireggiare i contadini,
pur mantenendo un poco di timore per la loro proverbiale malizia […] La
denominazione del lunario è collegata da alcuni studiosi a una figura e una
vicenda che avrebbero fortemente scosso la gente di Panocchia:
la Fodriga sarebbe stata una strega, in grado di
indovinare il futuro con le sue arti magiche (stròlga), processata e
condannata al rogo […] La Fodriga, donna volubile,
rotta a tutti i mestieri, passa sui carboni ardenti (mille guai uscendone
sempre né bruciata, né distrutta) rappresenta dunque la vita stessa, con le
disgrazie, i giorni felici e i compromessi resi necessari dalle diverse
situazioni...]
(da “I giorni sotto la Luna” di Michele
Chiari - MUP)
MAMA
A t’ vój bén, Mama!
A m’arcòrd cuand
magnäva al to tetén:
a séra zamò grandén e birichén.
A m’ pjazäva miga
al lat dal biberón:
Mama, còll ch’a
t’ fäv ti l’éra pu bón.
Mi intant a ciuciäva e a t’ guardäva:
la to béla facia
sémpor la ridäva.
Dil volti a fäva fénta äd ciuciär,
parchè... a t’ me continväv a
bazär.
Cära la me Mama, adésa
m’ arcord bén:
dal to lat, a te m’ nin fäv un bronzén,
e po, a ne m’vräva miga indormintär,
acsì... ti a t’ me continväv a ninär.
A t’ vój bén, Mama!
Vittorio Campanini
13 MAGGIO
1778 - SOCCORSO AGLI ANNEGATI
Avviso riguardante l’obbligo di prestare soccorso agli annegati. Il
Governatore, per ordine del Duca, comanda a qualsiasi persona di prestare
soccorso a coloro che vengono soffocati dai vapori
mefitici trasportandoli in luogo ove si possano apprestare gli opportuni rimedi
e promette una congrua ricompensa nel caso che il soccorso abbia esito
positivo. Proibisce di seppellite i cadaveri senza farne denuncia all’Ufficio
criminale.
ALCUNI
TERMINI DESUETI
Zbioss;nudo, scondito – Sportlè; messo fuori - Farabulàn; di molte chiacchiere - Moràgna; corda grossa – Gabàn;mantello, soprabito - Ramen’na; recipiente di rame – Sagatär; scuotere - Savatär; girare per casa in modo poco concludente.
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